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AUTORITRATTO nell'atto di dipingere la Volta Sistina,con
sonetto autografo. (1508-1512 penna,mm.283 x 200-Archivio Buonarroti)
I'ho già fatto gozzo in questo stento, come fa l'acqua a' gatti in Lombardia o ver d'altro paese che si sia, c'ha forza 'l ventre appicca socto 'l mento.
La barba al cielo,e la memoria sento in sullo scrigno,e 'l petto fo d'arpia, e 'l pennel sopra 'l viso tuttavia mel fa,gocciando,un ricco pavimento.
E' lombi entrati mi son nella peccia, e fo del cul per contrapeso groppa, e' passi senza gli occhi muovo invano.
Dinanzi mi s'allunga la chorteccia, e per piegarsi addietro si ragroppa, e tendomi com'archo soriano.
Però fallace e strano surgie il juditio che la mente porta, ché mal si tra' per cerbottana torta.
La mia pictura morta difendi orma',Giovanni,e 'l mio onore, non sendo in loco bon,né io pictore. |