Ritorna
nelle sale il «Vangelo secondo Matteo» di Pier Paolo Pasolini che va a
sovrapporsi all'uscita italiana della «Passione di Cristo» di Mel Gibson
Il Vangelo secondo Matteo,di Pier
Paolo Pasolini, prodotto da Alfredo Bini
nel 1964, e stato restaurato da Mediaset e dal Centro sperimentale di
cinematografia. Il film verrà
presentato martedì 30 marzo, in anteprima
mondiale a Roma all'Auditorium
Parco della musica. L’opera di restauro è
stata effettuata nei laboratori specializzati Studio Cine e Cinecittà
Digital, con la collaborazione della Compass Film, che ne detiene i
diritti. Il restauro del film è costato circa € 100.000.
Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti
Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, Giampaolo Letta di Medusa e
Francesco Alberoni del Centro sperimentale. Il film sarà distribuito
nelle sale nelle principali città italiane dal 9 aprile fino a maggio.
Il ritorno in sala del «Vangelo secondo Matteo» va a sovrapporsi
all'uscita italiana della «Passione di Cristo» di Mel Gibson, che
detiene il record d'incasso negli Stati Uniti e che, è
stato girato a Cinecittà e, in esterni a Matera, dove
Pasolini ha girato le scene del Golgota.
Confalonieri ha sottolineato:«Quello con Gibson sarà un bel duello, la
visione e lo sfarzo tecnologico hollywoodiano contro la povertà di mezzi
e la poesia di Pasolini». Enzo Siciliano, che nel film ha
interpretò l'apostolo Simone, così ricorda l'esperienza: «Per Pasolini
questo film significava rivendicare in maniera molto forte di essere non
un cattolico, ma un cristiano. Il ”Vangelo” è a pieno titolo
l'antesignano di tutti i film su Cristo, checché ne dica Zeffirelli.
”La Passione di Cristo” di Gibson non mi suscita particolare
emozione perché intorno a quest'opera c'è molto can-can mediatico,
mentre il film di Pier Paolo e il suo restauro hanno valore in sé».
Il produttore
Alfredo Bini ha ricordato alcuni curiosi aneddoti che
hanno accompagnato le riprese del film: «Avevamo il problema di far
camminare Cristo sulle acque» racconta Bini «e già si parlava di
chiamare un tecnico da Londra, con costosissimi macchinari speciali. Io,
allora, sono andato a Ostia, ho messo una tavola a pelo d'acqua e la
cinepresa sul livello del mare. Sfido chiunque a dire che il trucco si
possa intuire». Bini ha raccontato anche i retroscena
della lunga sequenza del «discorso della montagna»: «Pier Paolo l'aveva
girato una prima volta a Tivoli e non funzionava, allora abbiamo provato
nei Sassi di Matera e non ci convinceva ancora, abbiamo riprovato in
Puglia ed è stato pure peggio. Insomma, alla fine ho fatto costruire uno
chassis di legno di 2/300 metri agli Studi De Paolis, ho messo un telo
nero, un tecnico delle luci per fare i lampi, due ventilatori per il
vento e un attrezzista con un secchio d'acqua a schizzare Gesù mentre
parla. Il nostro cinema è questo, non certo le grandi tecnologie degli
americani».
Il Vangelo secondo Matteo
1964
Scritto e diretto da Pier Paolo
Pasolini Fotografia Tonino Delli Colli;
architetto-scenografo Luigi Scaccianoce; costumi
Danilo Donati; musiche a cura di Pier Paolo Pasolini;
musiche originali Luis Bacalov; montaggio Nino
Baragli; aiuto alla regia Maurizio Lucidi; assistenti
alla regia Paul Schneider, Elsa Morante. Interpreti e personaggi Enrique
Irazoqui (Gesù Cristo, doppiato da Enrico Maria Salerno); Margherita Caruso
(Maria Giovane); Susanna Pasolini (Maria Anziana); Marcello Morante
(Giuseppe); Mario Socrate (Giovanni Battista); Rodolfo Wilcock (Caifa);
Alessandro Clerici (Ponzio Pilato); Paola Tedesco (Salomè); Rossana Di Rocco
(angelo del Signore); Renato Terra (un fariseo); Eliseo Boschi (Giuseppe D'Arimatea);
Natalia Ginzburg (Maria di Betania); Ninetto Davoli (pastore); Amerigo
Bevilacqua (Erode I); Francesco Leonetti (Erode II); Franca Cupane
(Erodiade); Apostoli Settimio Di Porto (Pietro); Otello Sestili (Giuda);
Enzo Siciliano (Simone); Giorgio Agamhen (Filippo); Ferruccio Nuzzo
(Matteo); Giacomo Morante (Giovanni); Alfonso Gatto (Andrea); Guido
Gerretani (Bartolomeo); Rosario Migale (Tommaso); Luigi Barbini (Giacomo di
Zebedeo); Marcello Galdini (Giacomo di Anfeo); Elio Spaziani (Taddeo).
Produzione Arco Film (Roma) / Lux
Compagnie Cinématographique de France (Parigi); produttore
Alfredo Bini; pellicola Ferrania P 30; formato
35 mm b/n; macchine da ripresa Arriflex; sviluppo e
stampa, effetti ottici SPES; registrazione sonora
Nevada; doppiaggio CDC; missaggio Fausto
Ancillai; distribuzione Titanus Riprese aprile-luglio 1964; teatri di posa Roma, Incir De Paolis; esterni Orte,
Montecavo, Tivoli, Potenza, Matera, Barile, Bari, Gioia del Colle, Massafra,
Catanzaro, Crotone, Valle dell'Etna; durata 137 minuti.
Prima proiezione XXV mostra di
Venezia, 4 settembre 1964; premi XXV mostra di Venezia: Premio
speciale della giuria, Premio OCIC (Office Catholique International du
Cinéma), Premio Cìneforum, Premio della Union International de la Critique
de Cinema (UNICRIT); Premio Lega Cattolica per il Cinema e la Televisione
della RFT; Premio Città di Imola Grifone d'oro; Gran premio OCIC, Assisi, 27
settembre 1964; Prix d'excellence, IV concorso tecnico del film, Milano;
Premio Caravella d'argento, Festival internazionale di Lisbona, 26 febbraio
1965; Premio Nastro d'Argento 1965 per la regia, la fotografia e i costumi.