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"La passione di Cristo" il film controverso di Mel Gibson, esce nelle sale americane tra proteste e code


  The Passion  ha debuttato ieri in 2800 cinema Usa. Il film tacciato di antisemitismo ha provocato manifestazioni di protesta nelle grandi città americane,  ove i quartieri ebraici sono costantemente presidiati dalla polizia nel  timore di nuove violenze antisemite.   Un deputato di New York, Edolphus Towns, ha ottenuto una maggiore presenza di polizia nei quartieri ebraici di Brooklyn per evitare scontri come quelli tra neri ed ebrei hassidici che nel ’91 misero a ferro e fuoco Crown Heights.Il cardinale Egan è intervenuto a raffreddare gli animi: «Gli ebrei non hanno colpa nella morte di Gesù - ammonisce - Cristo ha dato la vita per noi, nessuno gliel’ha tolta. Questa è la vera dottrina cristiana»

 

Il film già da il tutto esaurito da settimane. Una donna in Kansas, durante la violenta scena della crocifissione, è stata stroncata in sala da un infarto. Secondo  gli addetti ai lavori il battage pubblicitario sui media è «senza precedenti nella storia di Hollywood».

 

A Manhattan   membri della «Amcha Coalition for Jewish Concerns» hanno picchettato il Loews Theatre, indossando le uniformi dei prigionieri di Auschwitz. «Questo film nasce dalla stessa teologia che ha dato origine all’Olocausto», spiega il rabbino Shmuel Herzfeld, presidente dell’organizzazione.

 

I  media rilanciavano gli attacchi dei giorni scorsi. Secondo il «New York Times» The Passion  , é un film che «sembra nato dall'odio non dall'amore , un film di orrore e squartamenti con la stessa carica di brutalità e di violenza dei film di Quentin Tarantino»

 

 

   

 

 

   
 Per il «Daily News  «è il film più violentemente antisemita dai tempi delle pellicole di propaganda nazista della Seconda Guerra mondiale».   Secondo  il «Washington Post» «la sua brutalità è quasi pornografica». Critico anche il «Los Angeles Times», che   pubblica  la recensione in prima pagina. «La tesi degli ebrei deicidi non è menzionata in maniera passeggera da Gibson, ma è alla base stessa di tutto il film», punta il dito il quotidiano, ricordando come «proprio la nozione di "colpa del sangue" ha provocato indicibili sofferenze, persecuzioni e morte per 2000 anni». Ma il giudizio dei media non ha    fermato la processione dei fedeli. Un imprenditore texano, Arch Bonnema, ha comprato biglietti per 42 mila dollari e li ha donati nei giorni scorsi alle chiese locali.