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''Fratelli Alinari, fotografi in Firenze'',
la mostra che celebra dal primo febbraio al 2 giugno a palazzo Strozzi i
150 anni dell' azienda fiorentina (1852-2002) attraverso 600 fotografie
del diciannovesimo e di buona parte del ventesimo secolo.
Giuseppe Tornatore ha curato la scenografia della mostra. |
L.A. Mante e E. Goldschmidt. Nudo femminile, 1895-1903. diapositiva a colori. Museo di Sotira della Fotografia Fratelli Alinari - collezione Ginestra, Firenze |
Giuseppe
Garibaldi, 1870 circa |
La mostra che parte dalla metà del
diciannovesimo secolo,dal 1852,anno in cui gli Alinari iniziano a
fotografare è una suggestiva carrellata sul più importante
archivio storico italiano,nato dal laboratorio aperto nel
quartiere fiorentino d’Oltrarno nel 1852 da Leopoldo Alinari con il
calcografo Giuseppe Bardi festeggia ora i 150 anni di età con
un’imponente rassegna a Palazzo Strozzi a Firenze: “Fratelli Alinari,
fotografi in Firenze”. Circa 680 fotografie, in un allestimento
spettacolare del regista Giuseppe Tornatore dove gigantografie sul
pavimento avvolgono d’immagini il visitatore.
La mostra mette a confronto tutti i maggiori protagonisti della fotografia di quegli anni pionieristici.Dagli Alinari a Caneva a James Anderson, da Philpot a Macpherson, da Flacheron a Naya. Tra tutti si differenziano ed emergono i Fratelli Alinari, raffinati ritrattisti delle personalità politiche presenti a Firenze, prima capitale di'Italia.Ne risultano gli interpreti di un dialogo tra arte e fotografia,tra i dipinti dei macchiaioli e e le fotografie della campagna toscana. |
D. Stanimirovitch. I grattacieli di New York, 1955 ca. Stampa al bromuro |
I fratelli Giuseppe e Romualdo Alinari
cominciano col fotografare e documentare l’arte e i monumenti italiani.
E' un inizio che contribuirà a determinare la loro affermazione nazionale
e internazionale. Nel 1858,il principe Alberto d'Inghilterra,commissiona
ai fratelli Alinari di fotografare i disegni di Raffaello e di altri
maestri rinascimentali.Il lavoro ebbe successo. Fotografano anche
alcuni dei principali monumenti d’Italia. E anche questa iniziativa
avrà grande successo,sopratutto per i tanti turisti, che già in quegli
anni venivano in Italia, tedeschi, inglesi, francesi, svizzeri,
americani e le fotografie degli Alinari oltre che un ricordo,si
rivelano strumenti per studiare.
Nel 1876 pubblicano gli affreschi di Botticelli in Vaticano per conto dello storico dell’arte inglese John Ruskin. E all’inizio del novecento,gli Alinari, ormai affermati e famosi in tutto il mondo,per conto del Vaticano iniziano a fotografare gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. |
Poi c’è la storia sociale e civile. Il
racconto del lavoro. C’è la storia del costume: i gentiluomini
che scorrazzano in tandem, le bellezze italiane. E la storia pubblica: gli
avvenimenti, come Hitler a Firenze nel 1937. È un altro capitolo
essenziale: una miniera sul nostro passato a cui ricorrono continuamente
studiosi e imprese editoriali.
Davanti alla macchina fotografica dei fratelli Alinari, passa un Garibaldi, Vittorio Emanuele II, poi sfilano pittori come Giovanni Fattori, e musicisti, un Giacomo Puccini baciato dalla fama, e ancora rappresentanti di grandi famiglie o della borghesia. È un passaggio epocale. Nella vita quotidiana la fotografia soppianta inesorabilmente la pittura. Oggi l'archivio Alinari ha 800 mila immagini industriali, 900 mila d’epoca, 700 mila d’arte, gestisce qualcosa come otto milioni e mezzo di fotografie, e il processo di digitalizzazione è quasi terminato.Pertanto può ben considerarsi una delle miniere d’immagini più ricche e preziose del mondo. |
Fotografo non identificato. Piroscafo "Neptunia", sala da bagno, 1915 ca. Touring club Italiano - Gestione Archivi Alinari, Firenze |
W. von Gloeden. Caino, 1900 ca. Archivi Alinari - archivio von Gloeden, Firenze |
Alla conferenza stampa la mostra
è stata tra gli altri illustrata, dal presidente della Fondazione
Alinari Claudio De Polo e l' assessore alla cultura del comune di Firenze
Simone Siliani.
“Fratelli Alinari, fotografi in Firenze. 150 anni che illustrarono il mondo, 1852-2002”. A cura di Arturo Carlo Quintavalle e Monica Maffioli. Allestimento di Giuseppe Tornatore. Palazzo Strozzi, Firenze. Catalogo e progetto Alinari. Organizzata da Firenze Mostre. Da domenica 2 febbraio fino al 2 giugno. Orario tutti i giorni 9-20. Informazioni 055 2645155, www.firenzemostre.com; per scuole e gruppi 055 2469600, fax 244145, e mail cscsigma@tin.it. Ingresso: 8 euro, ridotto 6,50, per i residenti 5,50, per le scuole 4 euro.
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