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'La felicità non costa niente' scritto diretto e interpretato da Mimmo Calopresti: con Francesca Neri, Fabrizia Sacchi, Valeria Bruni Tedeschi, Laura Betti, Peppe Servillo e Francesco Siciliano. | |
Fracesca
Neri è la conturbante
protagonista
del nuovo film di Mimmo Colopresti,
che va a sconvolgere la vita del protagonista,un architetto di successo,
già in crisi depressiva. L'architetto, (Mimmo Colopresti),pazzo d'amore,
abbandona famiglia e lavoro e si lascia andare ad una sorta di
vagabondaggio tra l'onirico e il reale. Il nostro protagonista, crede che
la passione che lo sconvolge per Sara (Francesca Neri) sia un
autentico grande amore. Ma Sara lo lascerà sprofondare in una solitudine
altrettanto grande, in una parossistica e improbabile ricerca della
felicità.
E comunque il regista-protagonista ci chiarisce che -“Le regole esistono,(per essere liberi e felici) ma devi poterti muovere liberamente all’interno della vita. E la libertà è poter scegliere di essere se stessi fino in fondo, è un’utopia ma ci si può provare. Sergio vuol vivere la vita responsabilmente, fuori dalle ipocrisie: la sua crisi rappresenta il cambiamento, il suo cammino alla ricerca di nuove soluzioni, ma ci si ascolta solo quando si provano sensi di colpa. Per questo ha scelto una fotogafia cupa, da trasfigurazione, per illuminare il suo vagare nella notte. -E' "scandaloso” parlare oggi di felicità: “ma anche con l’incubo della guerra dobbiamo difendere il nostro diritto ad esserlo, ad avere il nostro pezzetto di sole per scaldarci. Bisogna combattere per essere felici, forse è un’utopia, ma è sui sogni che si costruisce la realtà”. -“Ho trovato tanti poveracci tra i miliardari e tanta ricchezza tra chi non ha nulla, la povertà non mi spaventa, vi ho trovato tanta vitalità, il mio sogno è una società del benessere per tutti”. -Il film l'ho girato a Roma e un po’ a Torino, dov’è cresciuto con la famiglia emigrata dal Sud per lavorare in Fiat. Per me è sempre un bel ritorno a casa, la città è in trasformazione e i grandi disordini creano grossi cambiamenti. Torino viveva sulla classe operaia, con la sua mancanza è entrata in crisi. Non credo nella politica come possibilità di cambiamento, sono le persone che cambiano la società quando si rendono conto di esistere”. |