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In occasione dell'anniversario della sua morte, la Mondadori pubblica una raccolta dei suoi romanzi: dai più famosi a quelli meno noti al grande pubblico | |
A un anno dalla morte, entra nei
Meridiani lo scrittore brasiliano più noto al mondo. I due volumi, curati
da Paolo Collo e con un ampio e illuminante saggio critico di Luciana
Stegagno Picchio, raccolgono in ordine cronologico i romanzi fondamentali
che Amado ha pubblicato tra il 1931 e il 1992. Quella di Amado è una
letteratura programmaticamente impegnata in cui realismo e romanticismo,
umanitarismo e denuncia, si fondono al servizio di un’idea. E questo
“sincretismo” letterario si esprime soprattutto nei primi romanzi, Il
paese del carnevale (1931), Cacao (1933) e Jubiabá (1935). Ma a un certo
punto, nella prosa generosa di Amado si introduce il divertimento.
Gabriella garofano e cannella (1958) è il romanzo del suo nuovo corso
seguito da Dona Flor e i suoi due mariti (1966). Con La bottega dei
miracoli (1969) tenta nuove strade: la lingua, il taglio narrativo, la
visione del mondo. E poi Tereza Batista stanca di guerra (1972), ritenuto
il suo capolavoro. La scelta prosegue con Uniformi, alte uniformi, camicie
da notte (1981), divertente incursione nell’Accademia brasiliana delle
lettere e si conclude con I turchi alla scoperta dell’America (1992). Jorge Amado, che non fu mai troppo apprezzato dalla critica, era uno scrittore raffinato e sottile, ma popolare. Ogni suo libro era una festa e un carnevale. Non si trasformò mai in uno di quei guru intellettuali che l'America latina negli ultimi anni ha sparato in tutte le direzioni con la missione di portare alle genti libri e buone novelle a raffica. Jorge Amado era un cantastorie e scriveva per intrattenere e divertire il suo pubblico, che ricambiava il favore consumando i suoi libri, tradotti in tutte le lingue, a botte di centinaia di migliaia di copie. Tradotte per il cinema e per i fumetti, trasformate in soap-operas televisive, le sue storie sono entrate nell'immaginario d'un intero pianeta. Indimenticabili e straordinarie le sue eroine, che al cinema e in tivù ebbero spesso per maschera il volto inquietante e bellissimo di Sonia Braga; indimenticabili anche i suoi eroi piacereschi, i suoi vagabondi e le sue mulatte spudorate, i suoi negri fannulloni e i suoi bianchi scioperati. Narratore senza pari, anima balzachiana, ma anche un po' antropologo e gran sacerdote delle religioni sincretiste brasiliane, Jorge Amado ha incarnato un'idea della letteratura che oggi sta morendo: la narrativa come festa perenne dei personaggi e dei lettori. Un'orgia, anzi, dove si beve, si fa l'amore e si raccontano storie di fantasmi fino all'alba, quando anche l'ultima bottiglia è stata scolata fino all'ultima goccia e tutti rotolano finalmente sotto un tavolo |
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