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I miei giorni a Baghdad

di Lilli Gruber

Edizione Rizzoli

Pagine 322

Prezzo Euro 16,00

 


 

 
 

da  www.rcs.it

La guerra che ha diviso il mondo nell'appassionata ricostruzione di una testimone d'eccezione.

"Ho provato a dare un ordine agli avvenimenti sparsi che giorno dopo giorno ho raccontato. E mi sono assunta un rischio: quello di aprire la porta sui miei sentimenti."


Il 23 gennaio 2003, Lilli Gruber arriva Baghdad come inviata speciale del Tg1. Vi rimarrà quasi tre mesi, raccontando nei suoi servizi gli ultimi sviluppi della crisi irachena e i giorni drammatici della guerra.
Oggi, in I miei giorni a Baghdad, la più popolare giornalista televisiva italiana ripercorre come in un diario le tappe che hanno scandito la fine del regime di Saddam Hussein: dal fallimento di ogni tentativo di mediazione diplomatica ai convulsi preparativi dell'attacco; dagli incessanti bombardamenti angloamericani alle grottesche mistificazioni della propaganda di regime sull'andamento del conflitto; dalla caduta della capitale ai saccheggi e agli scontri che hanno segnato i primi giorni del nuovo Iraq. Distante dalle sterili contrapposizioni ideologiche tra pacifisti e interventisti, ma anche dai fumosi dibattiti degli esperti di strategia militare, Lilli Gruber si interroga sulle ragioni di questa guerra e sulle conseguenze dell'occupazione americana di un Paese il cui destino, al centro della regione più esplosiva del mondo, è cruciale anche per le sorti dell'Occidente. E, per la prima volta, abbandona l'impassibilità del reporter per raccontare senza filtri i suoi pensieri, le sue paure, le sue speranze: "Anch'io sono toccata dagli avvenimenti. Mi fanno gioire, mi disgustano, mi spaventano, mi rattristano, mi esasperano." Guidata da una passione incondizionata per il proprio mestiere, condivisa giorno per giorno con i colleghi che come lei hanno deciso di restare sotto le bombe a testimoniare un momento unico della Storia, sfida la censura del regime e intervista i rappresentanti della diplomazia internazionale, gli ufficiali e i soldati americani, gli esponenti del governo iracheno.
Ma soprattutto, raccoglie le voci degli abitanti di Baghdad, uomini, donne e bambini che lottano quotidianamente contro la povertà e la violenza, eroi anonimi di un popolo "testardo, che ha saputo spingere sempre più in là i limiti della sofferenza ed è al tempo stesso capace di straordinari gesti di gentilezza e di affetto". Così, senza nulla concedere alla spettacolarizzazione delle operazioni militari, Lilli Gruber lascia che a parlare siano i fatti, le persone incontrate e i luoghi visitati, e offre una preziosa chiave di lettura per interpretare il primo grande conflitto del Terzo millennio.

NOTE BIOGRAFICHE
LILLI GRUBER , giornalista professionista dal 1982, viene assunta nel 1984 al Tg3 regionale del Trentino-Alto Adige. Passata al Tg2, nel 1987 diventa la prima giornalista italiana a condurre un telegiornale di prima serata. Nel 1990 viene chiamata da Bruno Vespa al Tg1, e a partire dal 1994 conduce l'edizione delle 20. Dal 1998 lavora anche come inviata di politica estera, seguendo per la Rai tutti i principali avvenimenti internazionali. Collabora inoltre con il quotidiano "La Stampa". Ha scritto Quei giorni a Berlino, Nuova ERI 1990.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti vanno ricordati lo Schmid Preis (1995), il Premio Fregene (1998) e il Premio Spoleto per il giornalismo (2001). Per la copertura della guerra da Baghdad, ha ricevuto nel 2003 il Premio Chianciano e il Premio Sirmione Catullo.