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Vero e
proprio evento nel panorama teatrale nazionale e non solo: è dal 1933,
infatti, che questo testo non viene più portato sulle scene.
La prima idea di questo tardo, scarsamente conosciuto e ancora più
scarsamente rappresentato dramma pirandelliano risale al 1930, quando
Pirandello è a Berlino (…). Il Teatro d'Arte si è sciolto da poco;
Pirandello vive come in esilio, patisce la solitudine e la vecchiaia che
avanza. Marta Abba è lontana ed è anche il punto di riferimento dei suoi
affetti e dei suoi rimpianti. L'opera nasce in questo clima di
desolazione e di autocommiserazione, con una fortissima componente
autobiografica (…). Composto di getto fra il settembre e l'ottobre del
'32, Quando si è qualcuno
è la storia di un amore represso fra la ventenne Veroccia e un
cinquantenne poeta coronato (Qualcuno, ndr), che è però essenzialmente "autorepresso"
(...). L'autorepressione ha radici lontane in Qualcuno, affonda nel
profondo della sua psicologia, ci riporta alla celebre dichiarazione
pirandelliana secondo cui "la vita o la si vive o la si scrive". Lo
confessa lo stesso Qualcuno in chiusura del secondo atto, allorché parla
di "qualcuno a cui tutti i momenti, tutti, uno dopo l'altro, tanti,
tanti, quelli di tutta una vita eran serviti per diventare appunto
Qualcuno... Qualcuno che non può più vivere, cara, non può, se non per
soffrirne".
(Dalla prefazione di Roberto Alonge Quando si è Qualcuno ed Mondadori)
Come per Questa sera si recita a soggetto, il primo allestimento
teatrale di Quando si è qualcuno non fu in italiano. Lo spettacolo
debuttò infatti in spagnolo il 20 settembre 1933 al teatro Odeon di
Buenos Aires. La prima italiana, diretta dallo stesso Pirandello, fu
allestita dalla Compagnia di Marta Abba e debuttò il 7 novembre 1933 al
Teatro del Casino Municipale di San Remo. Da allora
Quando si è qualcuno non è
stato più rappresentato in teatro.
A 70 anni di distanza Massimo Castri lo metterà in scena come secondo
allestimento pirandelliano del progetto del Teatro di Roma e del Teatro
Biondo Stabile di Palermo.
...Qualcuno secondo Giorgio Albertazzi
Il "Qualcuno del titolo" è un grande scrittore, celebrato e ricelebrato,
che secondo alcuni esponenti della giovane critica letteraria sarebbe
ormai da imbalsamare ("un fantoccio da lasciare lì, posato a sedere
davanti alla scrivania"). Ma l'amore per la giovane Veroccia (fantasma
di Marta Abba?) spinge il grande scrittore a reinventarsi in un modo
clamoroso, come dire che l'amore è capace di vincere sull'età, sui
luoghi comuni, sul deja vu.
Il vecchio poeta diventa un giovane Werther:
il plot non è tutto qui,
naturalmente, ma questo è il punto di partenza essenziale.
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