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Valerio Caprara su Il Mattino: (...)"Ancora una lunga notte natalizia: ostilità, tensioni, accanimenti sparpagliati con la piena consapevolezza drammaturgica di una resa dei conti prima ancora che con il passato, con se stessi. Avati si concentra sul paradosso di una rimpatriata neghittosa e funerea, una sorta di controcanto beffardo alla vitalità che dovrebbe sprigionarsi dall'ossessivo desiderio di vendetta: fondamentali, in questo senso, appaiono gli scorci del godurioso capoluogo come mummificato dalla neve, ricoperto da un ingannevole sudario rilucente. La sfida a carte vera e propria, con il suo rituale di gerghi, cifre e fiches, conta meno, ovviamente, di quella puramente metaforica: il tradimento è o non è un passaggio fatale di ogni grande amore o amicizia? La vendetta è spregevole di per sé oppure semplicemente non serve a nulla se non a rafforzare la sofferenza? Un film italiano autentico, diretto con perizia tra comico e patetico, compatto, godibile soprattutto nell'affiatamento degli interpreti". |
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Lietta Tornabuoni su La Stampa | ||||||
(...) Fuori nevica, le vie di Bologna luccicano nel gelo, Natale sembra moltiplicare la solitudine, la malattia, i duri rapporti familiari, le malinconie. Se una partita cruciale di poker è sempre una resa dei conti con se stessi e con il passato, questa partita sempre conclusa e sempre riaperta avrà esiti sensazionali. L’accanimento per vittorie insensate, la tristezza degli animi, la scenografia solenne e insieme familiare di Bologna, l’amarezza della sconfitta, il senso di fine, la bravura degli interpreti diretti benissimo: solo elementi della qualità de «La rivincita di Natale».... | ||||||