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Dopo il grande successo ottenuto a
Napoli e Bruxelles, approda dal 25 luglio alle Scuderie del Castello di
Miramare di Trieste, "coinvolgendo" coloro i quali decideranno di
visitarla sino al 31 ottobre.La rassegna, curata da Pier Giovanni Guzzo,
Antonio d'Ambrosio e Marisa Mastroroberto, è giunta alla terza edizione,
edizione arricchita da molti inediti, che "raccontano le loro
storie" accanto ai calchi delle figure umane.
La
mostra raccoglie gli ultimi eccezionali ritrovamenti che comprendono
sculture,monili preziosi,oggetti di uso comune, affreschi, e calchi umani.
Tutti reperti che ci riconducono alla tragedia dell'eruzione del Vesuvio che
distrusse Pompei ed Ercolano. La preziosa descrizione analitica
di quei drammatici fatti, giunta a noi è di Plinio il Giovane, che così
descrive i drammatici eventi: - "Poco dopo quella nube calo' sulla terra
e ricopri' il mare… Mi volto indietro: una fitta oscurita' ci incombeva
alle spalle e, riversandosi sulla terra, ci veniva dietro come un
torrente… Si fece notte, non pero' come quando c'e' la luna e il cielo
e' ricoperto a nubi, ma come a luce spenta in ambienti chiusi. Avresti
potuto sentire i cupi pianti disperati delle donne, le invocazioni dei
bambini, le urla degli uomini…taluni, per paura della morte, si
auguravano la morte; molti innalzavano le mani agli dei, nella
maggioranza pero' si formava la convinzione che ormai gli dei non
esistessero piu' e che quella notte sarebbe stata eterna e l'ultima del
mondo".
La mostra che è
stata realizzata dalla Sovrintendenza archeologica di Pompei, con la
collaborazione dei Beni culturali della Campania,consente di ammirare oltre
ai reperti custoditi nel museo napoletano, anche quelli mai esposti prima.
La mostra di grande suggestione, si articola in un impianto di grande rigore
scientifico,con oltre 700 reperti, selezionati da un comitato di esperti,
presieduto da Pietro Giovanni Guzzo.
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Ed è un ampio e suggestivo
spaccato della quotidianità di Pompei 2000 anni fa, fissata
come da una macchina fotografica, che ci mostra con cruda realtà la
tragedia che nel 79 d.C. colpì Pompei seppellendola sotto una
pioggia di lapilli incandescenti e nubi ardenti e tossiche.
Sono integrati nella mostra i cicli pittorici
delle ville di Moregine.Pitture parietali,ritrovate in un edificio nel
suburbio di Pompei,e che decoravano tre triclini. Le pitture rappresentano
Dioscuri, Venere,Apollo,il ciclo delle Muse,la personificazione della Palude
e Roma Amazzone. E ancora,dalla villa 6 di Terzigno pittture pregevolissime
che rimandano alla villa dei Misteri. Si aggiungono inoltre, alla mostra,
calchi di persone morte in un estremo e vano tentativo di salvezza,tra
queste una donna che aveva tentato di salvare anche i suoi preziosi
gioielli.
La mostra comprende
affreschi, sculture, monili, oggetti d'uso comune, legni, una
cassaforte in bronzo e calchi umani.
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