Charlie Chaplin
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Time ha pubblicato la classifica dei cento migliori
film. La lista e' stata compilata dai critici del giornale Richard
Schickel e Richard Corliss. L'elenco include appena quattro
film italiani:Il buono, il brutto e il cattivo del 1966,
e C'era una volta il West, del 1968 di Srgio Leone, Otto e mezzo
di Federico Fellini, del 1963, e Umberto D, del 1952, di Vittorio
De Sica: ignorata, la cinematografia italiana degli ultimi
quasi quarant'anni.
Di Otto
e mezzo i critici di Time scrivono: "Marcello
Mastroianni interpreta un regista in crisi d'ispirazione
che rievoca i suoi sogni, i suoi ricordi, le sue fantasie nel cercare
di immaginare il film che i suoi produttori vorrebbero chiedergli.
Nel film c'è un forte sapore autobiografico, ma la comicità
redime il film dal solipsismo e alla fine le figure dal passato
emergono dal set per salvare il regista dalla sua disperazione -
il risultato è conciliante e gradevole". Di
Umberto D di Vittorio De Sica i due critici scrivono"una
delle ultime e più profonde pellicole del neorealismo",
e sottolineano che Cesare Zavattini "non ha
mai avuto una scrittura così semplice e diretta, e De
Sica compie il suo lavoro con grande chiarezza". |
Sergio Leone
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Ma il
Time dedica particolare attenzione sopratutto a due film di Sergio
Leone. Per Il buono, il brutto e il cattivo,
Richard Schickel e Richard Corliss scrivono: "la
rievocazione di Leone dei film western raggiunge la sua apoteosi
epica". Mentre per C'era una volta il West
la recensione e' entusiastica: "Negli anni '50 e '60 gli autori
europei approdarono meno frequentemente a Hollywood. Invece Hollywood,
attraverso le stelle americane, andò da loro, nel momento
in cui i registi riuscirono a realizzare il loro amore per i vecchi
generi rivisitati attraverso le loro corde. Uno di questi fu Leone,
l'italiano che insieme a Clint Eastwood con i suoi
western diede fama a entrambi. Ora, in una commedia scritta insieme
ai registi Bernardo Bertolucci e Dario Argento,
egli amplia la sua visione della forma epica. Questa è la
storia della 'civilizzazione' del West attraverso due mezzi: uno
decisamente meccanico (la ferrovia), l'altro tipicamente umano (Claudia
Cardinale, che rappresenta il genere femminile).
Leone trasforma Charles Bronson in un
leader, e Henry Fonda in un uomo rozzo. Ma le vere
star sono la macchina da presa di Leone, fissa
negli occhi dei suoi attori o nel labirinto del suo West reinventato,
e la colonna sonora di Morricone, presumibilmente la più
ricca nella storia del cinema". Gli italiani sono poi presenti
in film di altri Paesi, come la Ricerca di Ulisse
di Theo Angelopoulos, scritto dallo stesso regista
greco con Tonino Guerra. A trionfare nella classifica
di Time è comunque soprattutto la cinematografia statunitense
da Luci della città di Charlie Chaplin a Il signore degli
anelli e Alla ricerca di Nemo, da Metropolis di Fritz Lang
a Mon oncle d'Amérique di Alain Resnais. Non mancano
i registi culto come Akira Kurosawa, presente con
Ikuru, del 1952, e Krzysztof Kieslowski,
con il Decalogo, del 1989. |
Vittorio De Sica
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Spiega
Schickel,che i film del passato sono molti perché, "se
si considerano solo i film contemporanei e quelli statunitensi si
tagliano fuori alcuni film davvero, davvero meravigliosi".
Oltre a Chaplin, sono citati Citizen Kane di Orson Welles,
e il King Kong del 1933 di Merian C. Cooper ed
Ernest B. Schoedsack.
Tanti
i film statunitensi più amati e veramente celebri come
Il padrino, Fronte del porto, Taxi driver, Notorius, Chinatown,
Toro scatenato, Guerre stellari (il primo, del 1977), ET, Blade
Runner, Pulp Fiction, Casablanca, Lawrence d'Arabia, Ninotchka,
Sciarada. E anche in questo caso l'elenco è ovviamente
molto parziale.
Quanto
alla mancanza di Via con vento, Schickel lo definisce
una "falsa epopea", e a nessuno importa davvero di quel
film". In conclusione Schickel ammette: "Alla
fin fine, la scelta di un film è davvero soggettiva. Si amano
cose che non si possono spiegare, e si disprezzano cose che non
si possono spiegare".
25 maggio
2005 |
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