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E'
morto nella sua abitazione romana Tonino Delli Colli.
Approdò al cinema negli anni '40. Tra i piu' grandi direttore
della fotografia, Delli Colli ha lavorato a fianco
di registi come Fellini, Pasolini, Monicelli, Risi, Fellini,
Faenza, Wertmuller, Bellocchio,Giuseppe Tornatore,
e Roberto Benigni, col quale ha girato La vita è
bella, nel 1997, il suo ultimo film. Tra i registi stranieri coi
quali ha collaborato segnaliamo: Louis Malle con
“Tre passi nel deliro” del '67, Orson Welles
con “Otello”, J. Jacques Annaud in
“Il nome della rosa” del '86, Roman Polanski
in “Luna di fiele” del '92.
Delli
Colli è nato a Roma nel 1921. Giovanissimo, a 16
anni inizia a lavorare a Cinecittà come assistente operatore
di Ubaldo Arata e Anchise Brizzi. Ad appena 22 anni, nel 1943 firma
come direttore della fotografia il suo primo film: Finalmente
sì! col regista ungherese Laslo Kish.
Seguono una lunga serie di film, alcuni di grande successo. Nel
1952 firma come direttore della fotografia il primo film italiano
a colori con negativo Ferraniacolor: Totò a colori
con la regia di Steno. Durante le riprese, ricorda
Delli Colli, per il gran calore sprigionato dalle luci, andò
a fuoco il parrucchino di Totò.
Con Sergio Leone gira Il buono, il brutto e il
cattivo (1966) e C'era una volta il West (1968).
Ma
fu con Pasolini che ebbe il più lungo sodalizio.
Collaborò infatti a ben 11 dei suoi 14 film. Ricordava
Delli Colli: «Spesso con Pier Paolo
sceglievamo per un film un pittore e questo facilitava molto le
cose. Era un'indicazione che valeva per me come per il costumista,
lo scenografo, l'arredatore, eccetera. Ad esempio per “Mamma
Roma” la scena del ragazzo morto steso sul tavolaccio con
le gambe e i piedi in primo piano era presa dal Mantegna».
Delli Colli girò anche l'ultimo film di
Pasolini “Salò o le 120 giornate di
Sodoma”, che sarà presentato restaurato alla prossima
Mostra del Venezia. |
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Tonino
Delli Colli nella sua lunga carriera ha vinto sei Nastri
d'argento nel 1965 per Il Vangelo secondo Matteo (1964) di Pasolini,
nel 1968 per La Cina è vicina (1967) di Marco Bellocchio,
nel 1982 per Storie di ordinaria follia (1981) di Marco
Ferreri, nel 1985 per C'era una volta in America (1984)
di Sergio Leone, nel 1987 per Il nome della rosa
(1986) di Jean Jacques Annaud e nel 1998 per Marianna
Ucria di Roberto Faenza.
Quattro
inoltre i David di Donatello: nel 1982 per Storie di ordinaria follia,
nel 1987 per Il nome della rosa, nel 1997 Marianna Ucria e nel 1998
per La vita è bella. Ha anche interpretato se stesso nel
film L'intervista di Federico Fellini.
17 agosto
2005 |